Nelle storiche sale del Castello di Praga — residenza ufficiale del Presidente della Repubblica Ceca — e del Palazzo Czernin — sede del Ministero degli Esteri ceco — capi di governo, dirigenti della società civile e della sfera religiosa si sono riuniti per la Conferenza internazionale ad alto livello dell’Alleanza dell’Articolo 18 (Alleanza internazionale per la libertà di religione e di credo). Tra i partecipanti c’erano i rappresentanti de La Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni, insieme a delegazioni provenienti da ogni angolo del mondo per affermare il diritto universale alla libertà di religione e di credo.
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| Temple Square is always beautiful in the springtime. Gardeners work to prepare the ground for General Conference. © 2012 Intellectual Reserve, Inc. All rights reserved. | 1 / 2 |
Il presidente della Repubblica Ceca, Petr Pavel, ha inaugurato ufficialmente l’evento con un discorso programmatico, in cui ha sottolineato l’importanza della libertà di coscienza e di credo:
“Ovunque lo spirito umano sia controllato dal potere, la libertà muore”.
Ha spiegato come la fede autentica diventi una fonte di coraggio e dignità, specialmente “nei momenti di crisi”, e ha ricordato ai partecipanti che “la vera religione è qualcosa che edifica le persone — tutte le persone, non solo alcune”. Ma soprattutto, ha esortato a essere vigili:
“La vera libertà di religione significa libertà dal controllo. La libertà religiosa non è mai concessa una volta per tutte. Deve quindi essere protetta, difesa e vissuta ogni giorno. Non diamola mai per scontata. Dobbiamo avere il coraggio di difenderla, per noi stessi e per coloro che non possono farlo”.
Delegati della Chiesa e convinzioni fondamentali
A rappresentare la Chiesa erano presenti l’anziano James W. McConkie, membro della presidenza dell’Area Europa Centro, e Michal Hanzal, responsabile di Area delle relazioni pubbliche. La loro partecipazione ha rappresentato un principio profondamente radicato nel credo dei santi degli ultimi giorni — un principio che riecheggia lo scopo stesso di questo raduno globale. L’undicesimo articolo di fede della Chiesa dichiara:
“Noi rivendichiamo il privilegio di adorare Dio Onnipotente secondo i dettami della nostra coscienza e riconosciamo a tutti gli uomini lo stesso privilegio: che adorino come, dove o ciò che vogliono”.
Questi ideali sono gli stessi promossi dall’Alleanza dell’Articolo 18. Guidata da questa convinzione, la Chiesa si è unita a leader mondiali per affermare che ogni individuo deve poter rendere il culto liberamente, senza paura né discriminazioni.
L’anziano James W. McConkie ha sottolineato l’importanza di questo incontro: “Durante tutta la conferenza, ho riflettuto sul monito del Signore contenuto in Dottrina e Alleanze 134:4, secondo cui il governo dovrebbe ‘reprimere il crimine, ma mai controllare la coscienza; […] punire la colpa, ma mai sopprimere la libertà dell’anima’, e su quanto fosse gratificante essere riuniti nel cuore dell’Europa con accademici, autorità governative e religiose impegnate a seguire questi principi divini di verità e arbitrio”.
Temi della conferenza e voci globali
Durante le sessioni plenarie e gli eventi collegati, i temi della dignità, della solidarietà e della resilienza sono stati il filo conduttore. I delegati provenienti da ogni continente hanno discusso di costruzione della pace e coesione sociale, nonché delle forti pressioni cui sono sottoposte le comunità religiose in tempo di guerra e in altri contesti fragili. Alcuni degli oratori intervenuti sono: la relatrice speciale dell’ONU Nazila Ghanea, l’ambasciatore Samuel Brownback (USA) e altri rappresentanti provenienti da Europa, Medio Oriente e Nord Africa. Un commovente tributo ha reso omaggio a Sua Santità il Dalai Lama per il suo impegno costante e duraturo a favore della non violenza e della dignità umana.
L’Alleanza dell’Articolo 18
L’Alleanza dell’Articolo 18, che ha organizzato la conferenza, è una rete di 38 paesi membri e decine di esperti uniti dai principi dell’Articolo 18 della Dichiarazione universale dei diritti umani. La sua missione è proteggere le minoranze religiose, combattere la discriminazione e promuovere il rispetto della libertà di religione e di credo.
Il Consiglio di esperti dell’Alleanza — di cui fa parte anche il professor Brett Scharffs dell’International Center for Law and Religion Studies [centro internazionale per gli studi giuridici e religiosi] della Brigham Young University — ha riunito voci autorevoli provenienti da tutto il mondo per fornire consulenza e sostenere il suo operato.
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Rendere omaggio a chi ha costruisce ponti
Durante la cena inaugurale tenutasi al Museo Nazionale, nella storica Piazza Venceslao di Praga, sono stati consegnati dei premi a persone e organizzazioni che hanno contribuito a costruire ponti tra fedi diverse e a promuovere la libertà religiosa.
Tra i premiati figura il professor Scharffs, riconosciuto per il suo impegno di lunga data nella difesa della libertà religiosa. Questo momento ha messo in luce una tradizione di istruzione e servizio che la Chiesa incoraggia e sostiene — segnalando che, per i santi degli ultimi giorni, promuovere la libertà religiosa non è un impegno occasionale, ma una vocazione continua.
Ricevendo il premio, il professor Scharffs ha condiviso le sue riflessioni: “La resilienza nasce lavorando insieme — specialmente nei momenti bui. Quando ci uniamo nell’impegno e nella cooperazione, generiamo speranza e forza per coloro che subiscono persecuzioni”.
“Possiamo disarmare l’odio”
L’ambasciatore straordinario Robert Řehák, presidente dell’Alleanza dell’Articolo 18, ha presentato un progetto concreto per lavorare superando le differenze:
“Quando creiamo amicizie sincere e una cooperazione efficiente, possiamo disarmare l’odio, possiamo superare la polarizzazione e la divisione. Insieme, possiamo trasformare il potere degli impotenti in una forza collettiva per la libertà di religione, la comprensione reciproca e la pace”.
Questo spirito — l’amicizia che diventa cooperazione — descrive l’approccio della Chiesa in tutto il mondo. I santi degli ultimi giorni collaborano regolarmente con altre comunità religiose e organizzazioni civiche per alleviare le sofferenze, accogliere gli sfollati e rafforzare le famiglie. A Praga, queste collaborazioni non sono state solo celebrate, ma anche riconfermate.
Guardare al futuro
La conferenza si è conclusa con una dichiarazione che ha sottolineato che, in tempi di incertezza globale, i diritti alla libertà di pensiero, di coscienza, di religione e di credo sono essenziali per la dignità umana e la resilienza. Sulla scia di questo slancio, La Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni continuerà ad approfondire il proprio impegno nel dialogo interreligioso e nelle iniziative a favore della libertà religiosa in tutta Europa.
Il monito del presidente Pavel sottolinea una verità inscalfibile: quando gli uomini e le donne sono liberi di cercare Dio e servire il prossimo secondo i dettami della loro coscienza, diventano — insieme — portatori di speranza. Questo è il tipo di libertà che la conferenza ha invitato a difendere, non una volta sola, ma ogni giorno.
A Praga, è stata riscritta una storia di fede e libertà. I santi degli ultimi giorni hanno un ruolo in questo dialogo globale, affermando che la libertà religiosa non è solo un diritto da rivendicare, ma un dono da condividere.