In ricordo del Patriarca Vinicio Botta 

Giovedì 27 novembre 2025 si è spento, all’età di quasi 102 anni, Vinicio Francesco Giuseppe Botta che nacque a Bergamo il 21 febbraio 1924.

Da ragazzo Vinicio iniziò a lavorare nel laboratorio di falegnameria appartenuto alla sua famiglia da generazioni, condividendo con il padre non solo l’arte del lavorare il legno ma anche la passione per il teatro dialettale, che lo portò a recitare nella Compagnia Stabile “ Fucili “ fino all’età di 85 anni.

Il teatro non era la sua unica passione, amava esplorare falesie e pareti di varia difficoltà in arrampicata. A trent’anni incontrò, grazie alla comune passione per la montagna, la sua amata compagna di una vita intera, Camilla Bergamelli, con la quale ebbe 4 figli.

Sua madre Caterina Corti, gli trasmise i primi e fondamentali insegnamenti spirituali che lo portarono nel maggio del 1975, a cinquant’anni insieme alla moglie Camilla e ai figli Massimo, Cinzia e Stefano, ad unirsi alLa Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni dove servì come Vescovo, della allora piccola Comunità di Bergamo per alcuni anni.

Nel 1981, con la fondazione del Palo di Milano, primo Palo in Italia, quel semplice uomo senza grande cultura secolare, venne chiamato dal Profeta come primo Patriarca in Italia. Circa 1600 santi, sparsi su tutto il territorio italiano, tengono cara la loro benedizione patriarcale ricevuta da Dio tramite le mani callose di questo semplice falegname, uomo di poche parole ma pieno dello spirito di rivelazione.
Dal 1989, dopo il matrimonio del loro ultimo figlio, Vinicio e Camilla servirono il Signore per circa 30 anni come missionari a tempo pieno perlopiù al tempio Svizzero, considerato da loro come una seconda casa.

Vinicio, “sazio di giorni e sereno”, lascia la moglie Camilla, tre figli, 16 nipoti, alcuni dei quali sparsi per il mondo, 30 pronipoti più due in arrivo e decine e decine di buoni amici .