- La Chiesa sosterrà le misure legislative mirate a fornire protezione in materia di alloggio, di impiego e di altre aree in cui tale protezione non è garantita alle persone LGBT, assicurandosi però che la libertà di religione non ne esca compromessa.
- La Chiesa crede che un approccio “equo per tutti”, che si sforzi di bilanciare tutele ragionevoli per le persone LGBT proteggendo al contempo i diritti religiosi fondamentali, sia il modo migliore per superare le aspre divergenze e l’attuale divisione culturale presenti nel nostro paese.
- L’erosione della libertà religiosa è fonte di grande preoccupazione per la Chiesa. Quando le persone religiose vengono pubblicamente minacciate, fatte oggetto di ritorsioni, obbligate a lasciare il proprio impiego o subiscono perdite personali per aver fatto sentire la propria voce nella vita pubblica, per aver donato a una causa o per aver preso parte a un’elezione, la nostra democrazia ne esce sconfitta. Questo è tanto sbagliato quanto le persecuzioni o le ritorsioni contro le persone LGBT.
- Questo appello a un approccio equilibrato tra i diritti religiosi e i diritti gay non rappresenta un cambiamento o uno spostamento dottrinale per la Chiesa. Esso rappresenta il desiderio di unire le persone, di incoraggiare un dialogo reciprocamente rispettoso all’interno di quello che è diventato un dibattito nazionale molto polarizzato.
- In questo approccio, nessuna delle due parti potrebbe ottenere tutto ciò che vuole. Dobbiamo tutti imparare a convivere con altre persone che non condividono le stesse nostre credenze o gli stessi nostri valori.