Comunicato stampa

Rafforzare le famiglie al di là dei confini – Un giorno di dialogo e riconoscimento a Bruxelles

In occasione del 30° anniversario de La famiglia – Un proclama al mondo

Nella Giornata mondiale dei genitori, La Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni riafferma il suo impegno a rafforzare le famiglie in tutto il mondo. In un recente evento tenutosi a Bruxelles il 13 maggio, l’Ufficio per i rapporti con l’Unione Europea e per le relazioni internazionali della Chiesa ha ospitato la Conferenza europea sulle politiche familiari e ha conferito il riconoscimento europeo per i valori familiari. L’evento ha riunito diversi leader e organizzazioni uniti nel loro impegno di promuovere il benessere della famiglia in Europa. 

Quel giorno, politici, accademici, giornalisti, dirigenti religiosi e sostenitori si sono riuniti, dall’Europa e dal Nord America, per discutere in modo significativo della famiglia e per dare un riconoscimento a una guida eccezionale nel rafforzare la famiglia come unità fondamentale della società.

Questi eventi fanno parte di “Rafforzare le famiglie”, un’iniziativa in collaborazione con il Sutherland Institute, un laboratorio di idee con sede nello Utah. L’evento di quest’anno ha anche segnato il 30° anniversario de La famiglia – Un proclama al mondo, una dichiarazione dottrinale della Prima Presidenza e del Quorum dei Dodici Apostoli de La Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni, che afferma il ruolo centrale della famiglia nel piano di Dio.

La giornata è iniziata con cinque sessioni dinamiche facenti parte della Conferenza europea sulle politiche familiari che hanno offerto ricerche, esperienze politiche e di vita rispetto alle difficoltà e alle opportunità che le famiglie affrontano oggi. Antonella Sberna, vicepresidente del Parlamento europeo responsabile del Dialogo sull’Articolo 17 con le chiese e le organizzazioni non-confessionali, ha aperto l’evento. Nel suo video-messaggio, ha proposto un “Patto europeo per le famiglie” e ha esortato la politica a porre la famiglia al centro del futuro dell’Europa, sottolineandone il ruolo fondamentale per la coesione sociale e la vita civica. Ha dichiarato che “la famiglia non è un concetto teorico, né dovrebbe essere vista in quel modo, ma piuttosto una realtà viva”.

La prima sessione ha approfondito il tema della struttura della famiglia e del benessere del bambino. Il dottor Vincenzo Bassi, presidente del FAFCE, ha spiegato che storicamente “la famiglia ha introdotto la civilizzazione nel genere umano” e che il matrimonio è stato il primo patto che anteponeva gli interessi di un’altra persona ai propri. La professoressa Jenet Erickson, collaboratrice per la famiglia al Wheatley Institute della BYU, ha enfatizzato l’importanza di una casa con due genitori, definendola “il fattore che separa le classi sociali”. Ha detto che gli studi mostrano che i bambini in queste condizioni sono i veri privilegiati. Matteo Rizzolli, professore di Economia politica presso l’università LUMSA di Roma, ha aggiunto: “Non si tratta di rendere i figli meno costosi, ma di dare più valore alle famiglie”, suggerendo che dare un valore centrale alle famiglie è tanto importante quanto dare incentivi finanziari.

La seconda sessione ha sottolineato la necessità di una riflessione più profonda sulle politiche familiari. José Luis Bazan di COMECE ha presentato un quadro generale delle risorse della Chiesa Cattolica disponibili alle famiglie e ai giovani. Rick Larsen, presidente e amministratore delegato del Sutherland Institute ha detto: “Dimentichiamo che è la famiglia che contribuisce a far funzionare la società”.

La terza sessione ha portato avanti le giovani voci della ricerca e del patrocinio. Maja Jesmanowicz dalla Polonia, direttrice del progetto della Confederazione europea delle grandi famiglie in Spagna, ha affermato che “i giovani vogliono ancora avere dei figli — lo vogliono col cuore ma non con la testa”, facendo presente che la paura e l’incertezza giocano un ruolo importante nel prendere questa decisione. Emma Howlett, ricercatrice alla Brigham Young University, ha fatto notare il potere dell’esempio: “Diamo così tanto valore alla vita familiare che abbiamo paura di averne una se non è perfetta”. Ha menzionato che generalmente i giovani diffidano delle istituzioni e cercano fonti autentiche e degne di fiducia.

La quarta sessione si è concentrata sulle autorità legislative. Il senatore dello Stato dello Utah, Todd Weiler, e la deputata Candice Pierucci hanno presentato le iniziativi incentrate sulla famiglia nell’educazione, nelle politiche fiscali e nella protezione digitale dei bambini. Lisa Perkins, membro del Parlamento danese, ha proposto una riflessione sui sistemi delle politiche familiari: “Abbiamo creato uno stato assistenziale che è diventato talmente complesso che finisce col competere con le famiglie”. Marco La Marca, membro del Gabinetto della Dubravka Šuica, Commissario europeo per il Mediterraneo, ha sottolineato il valore economico delle madri che rimangono a casa: “Dobbiamo rivedere il modo in cui guardiamo i dati del PIL, perché non prendono in considerazione il loro lavoro”.

La conferenza si è conclusa con una sessione plenaria che ha riassunto le idee principali. I relatori erano concordi sulla necessità di un approccio a lungo termine e basato su principi. “Forse siamo troppo concentrati sui dettagli”, ha fatto osservare il professor Rizzolli. “Qual è il grande piano?” nel contesto dei valori della famiglia nella società.

Alla conclusione della conferenza, Francesco Di Lillo, direttore dell’Ufficio per i rapporti con l’Unione Europea e per le relazioni internazionali della Chiesa, ha fatto riferimento al Proclama sulla famiglia e ha invitato “i cittadini responsabili e i funzionari pubblici di tutto il mondo a promuovere quelle misure che hanno lo scopo di mantenere e rafforzare la famiglia come unità fondamentale della società”.

Dopo la conferenza, gli ospiti si sono riuniti per la cena e la presentazione del riconoscimento europeo per i valori familiari del 2025, che ha incluso l’esibizione musicale di Aaron McInnis (tenore) e Marie Datcharry (al pianoforte).

Il riconoscimento per il 2025 è andato a Merete Riisager, ex ministro danese per l’infanzia e l’istruzione. A difesa dei diritti dei genitori e della libertà di educare da tutta una vita, l’influenza di Riisager si estende a livello nazionale ed europeo. Il suo operato ha modellato la legislazione, il dialogo pubblico e i discorsi di intellettuali.

Nel suo messaggio di accettazione del riconoscimento, Riisager ha raccontato la storia dei suoi nonni, che hanno creato sia una famiglia che una professione nella Danimarca del dopoguerra. Ha parlato di una cultura della famiglia radicata nel servizio, nell’umiltà e nella gioia. “Ci hanno insegnato che la vita può offrire un inizio piacevole o difficile, ma quello che ne fai è tua responsabilità”, ha detto. “Non veniamo in questa vita per far piacere a uno stato o a un capo al lavoro. Siamo qui per onorare la vita stessa e adempiere al nostro ruolo nel miglior modo possibile”.

Benché fosse sorpresa per il riconoscimento, Riisager ha detto che questo ha confermato una verità riguardo al suo lavoro: “Non mi sono mai vista come qualcuno che ha lottato per la famiglia ma, guardandomi indietro, posso vedere che è esattamente quello che ho fatto”.

In chiusura di serata, gli ospiti hanno espresso apprezzamento per la possibilità di riflettere, entrare in contatto e ridedicarsi alla responsabilità comune di rafforzare le famiglie. La conferenza e il riconoscimento hanno confermato il tema evidente del Proclama sulla famiglia: che la famiglia è centrale nel piano del Creatore per il destino eterno dei Suoi figli.

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