Il litigio e la contesa sembrano ormai essere il normale metodo di confronto e di relazione non solo tra i diversi partiti politici, ma anche al loro stesso interno. A discapito del bene generale del Paese.
Allora perché non prendere in considerazione un approccio differente? Come, ad esempio, quello che adottò Ezra Taft Benson (presidente della Chiesa dal 1985 al 1994) quando serviva come Ministro dell’Agricoltura degli Stati Uniti (1953-1961).
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Quando ricevette questo incarico, egli selezionò “con devozione e con cura” un gruppo di uomini perché lavorasse con lui e “chiese a Dio di dargli lo spirito del discernimento”. Dopo la prima riunione, egli chiese “se qualcuno aveva delle obiezioni al fatto di iniziare le loro riunioni con una preghiera. Nessuno dissentì. Iniziò così una pratica che continuò per otto anni. Egli invitava a turno ogni membro dello staff a dire la preghiera”. I suoi collaboratori impararono ad apprezzare quest’abitudine, anche se all’inizio si erano sentiti a disagio. Un membro dello staff in seguito ammise che alcuni di quegli uomini non avevano pregato ad alta voce da quando erano bambini. “Balbettavamo e cercavamo le parole. Ma il capo [il presidente Benson] non sembrava mai accorgersene. E dopo alcuni tentativi tutti fummo a nostro agio. Fu di aiuto? Direi che quando inizi una riunione in quel modo, le persone non sono egoisticamente concentrate solo sulle loro opinioni. Si arriva presto a un accordo su ciò che si dovrebbe fare in ogni situazione”.
A tutto vantaggio del bene generale del Paese. Perché credere in Dio non è teoria e non offende nessuno.