“La richiesta di calendarizzazione avanzata oggi dal senatore Luigi Zanda è un importante passo avanti, che ci auguriamo porti a una rapida e bi-partisan approvazione delle Intese in Senato, da quasi un anno ferme nella Prima Commissione”. E’ questo il commento della Coalizione per le Intese religiose alla richiesta di discussione in Aula presentata durante la Conferenza dei Capigruppo di Palazzo Madama.
Le Intese sono molto di più che semplici accordi tra lo Stato italiano e le singole confessioni, perché una volta approvate permetteranno a oltre un milione e mezzo di fedeli di praticare pienamente il proprio credo, garantendo la vera libertà religiosa sancita dal mandato costituzionale. Le Intese, infatti, sono la naturale applicazione di un diritto assicurato dall’Articolo 8 della Costituzione, che garantisce l’uguaglianza di tutte le religioni di fronte alla Legge. L’iter di approvazione delle Intese è stato tuttavia più che decennale, difficile e costellato di ritardi. Ci sono confessioni, come la Chiesa Apostolica d’Italia ad esempio, che sono ancora in attesa pur avendo cominciato le trattative d’intesa con le istituzioni italiane nel lontano 1991.
Le Intese hanno una storia assolutamente bi-partisan. Il 4 aprile 2007, il Presidente del Consiglio Romano Prodi aveva firmato sei nuove intese con la Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni, la Sacra Arcidiocesi Ortodossa d’Italia ed Esarcato per l’Europa meridionale, la Chiesa Apostolica in Italia, l’Unione Buddhista Italiana, l’Unione Induista Italiana e la Congregazione Italiana Testimoni di Geova. Il governo Prodi non era poi riuscito a portarle in Parlamento a causa della crisi politica che lo aveva colpito e che ne aveva interrotto il mandato. Più recentemente, anche il Consiglio dei Ministri presieduto dal Presidente Silvio Berlusconi ha approvato, lo scorso 13 maggio 2010, i medesimi disegni di legge per la regolamentazione dei rapporti tra lo Stato e le sei confessioni religiose. Inoltre, tra aprile e maggio 2010, i senatori Lucio Malan (PDL) e Stefano Ceccanti (PD) hanno presentato cinque disegni di legge equivalenti a cinque delle Intese tuttora pendenti, cercando così di dare nuovo impulso all’approvazione parlamentare degli accordi sottoscritti tra lo Stato e le confessioni religiose. Anche il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, si è espresso più volte a favore delle intese, sollecitando una rapida approvazione dei provvedimenti. L’ultima presa di posizione del Presidente, in ordine di tempo, è arrivata lo scorso 18 febbraio, in occasione della visita al Colle della delegazione delle Chiese Evangeliche italiane. Le Intese, tuttavia, sono ferme in sede deliberante nella Prima Commissione Affari Costituzionali del Senato, nonostante abbiano già ricevuto parere favorevole delle Commissioni Bilancio e Finanze del Senato.
La Coalizione per le Intese religiose è certa che in Senato ci sia un’ampia e trasversale convergenza, un interesse pienamente bi-partisan confermato dalla storia dei provvedimenti e dall’interesse sempre dimostrato dai senatori Malan e Ceccanti e da tutte le altre numerose figure istituzionali che in questi anni hanno pubblicamente espresso il loro sostegno alla causa delle Intese.
La Coalizione auspica quindi: “una rapida discussione e una condivisa approvazione da parte dell’Aula del Senato, le Intese sono un tassello indispensabile per garantire la piena libertà religiosa in Italia”.