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Cosa fare quando la tragedia colpisce?

Le cronache quotidiane non fanno che raccontarci tragedie che scuotono tutti e lasciano ferite aperte e domande senza risposta.

è di questi giorni la notizia che la gioia e l’atmosfera festosa della maratona di Boston (USA) sono state bruscamente interrotte dall’esplosione di bombe piazzate per uccidere.

E poco più di un anno fa, la città di Newtown, nello stato del Connecticut negli Stati Uniti d’America, è stata teatro di una tragedia, né la prima né l’ultima, che ha valicato i confini nazionali per toccare il cuore di uomini e donne di tutto il mondo: un ragazzo di appena 20 anni ha fatto irruzione in una scuola elementare e ha iniziato a sparare uccidendo 6 adulti e 20 bambini.

Immancabilmente questa, e le tante tragedie simili raccontateci ogni giorno dalla televisione, suscitano una molteplicità di sentimenti: tutti provano grande dolore, chi ha figli resta attonito di fronte a tanta furia temendo che la stessa sorte possa capitare ai suoi figli, altri - ormai abituati a storie del genere - dimenticano dopo poche ore. A corollario ci sono i dibattiti televisivi in cui gli esperti si interrogano sulle leggi che regolano la circolazione delle armi e c’è poi chi inizia ad avventurarsi sul sentiero delle supposizioni, emettendo sentenze e ipotizzando la propria reazione di fronte a un orrore simile.

Al di là della risposta istituzionale che i legislatori hanno l’obbligo di trovare e che in alcuni casi noi come cittadini siamo nella posizione di influenzare, ognuno di noi dovrebbe interrogarsi su quale sarebbe la nostra reazione se una tragedia simile ci colpisse più da vicino.

Data la portata della domanda e le conseguenze delle varie reazioni possibili, l’unica strada sicura è lasciarsi indicare dal Signore il corso da seguire in queste situazioni.

Per farlo, vorremmo citare le parole pronunciate domenica 1 aprile 2007 da un apostolo del Signore Gesù Cristo, il presidente James E. Faust (1920-2007) già membro della Prima Presidenza della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni.

James Faust parlò di un’altra tragedia consumatasi nello stato della Pennsylvania (USA) a ottobre del 2006, quando un uomo di 32 anni - conosciuto e apprezzato all’interno di una comunità Amish, sebbene non fosse egli stesso di tale religione - fece irruzione in una scuola e uccise 5 ragazze ferendone altre 5, prima di togliersi egli stesso la vita.

Come reagirono gli Amish, notoriamente persone tranquille e pacifiche? “Quella violenza scioccante suscitò l’angoscia tra gli Amish, ma non rabbia. Ci fu dolore, ma non odio. Il loro perdono fu immediato” (James E. Faust). Ecco quale fu la risposta dei familiari delle vittime: angosciati dalla violenza subita decisero di rispondere con il perdono a tal punto che, come racconta Faust, “tutti insieme si fecero avanti per aiutare la famiglia addolorata del camionista. Quando i suoi parenti si riunirono a casa sua dopo la sparatoria, un vicino Amish andò a trovarli, abbracciò il padre dell’omicida morto e disse: ‘Noi vi perdoniamo’. I capi degli Amish fecero visita alla vedova e ai figli per offrire le loro condoglianze, il loro perdono, il loro aiuto e il loro amore. Quasi la metà di coloro che seguirono il funerale dell’uomo del latte erano Amish. Da parte loro, gli Amish invitarono la famiglia di lui a partecipare ai funerali delle ragazze uccise”.

Come fecero ad avere una tale reazione? Non si limitarono a non vendicarsi, andarono ben oltre il non odiare, evitarono di serbare rancore e, dimostrando di essere veri discepoli del Signore Gesù Cristo, dimostrarono amore pensando a porgere l’altra guancia e occupandosi del dolore del prossimo invece di rimuginare sul proprio.

Come risultato, “una pace sorprendente discese sugli Amish, mentre la loro fede li sosteneva durante questa crisi”.

Molti si chiedono come si riescano a superare il dolore e la rabbia delle tragedie che ci colpiscono, soprattutto quelle che ci colpiscono ingiustamente. Ebbene, l’esempio degli Amish è una prova che la via per la felicità e la gioia in questa vita, anche nel bel mezzo della tragedia, si trova mettendo in pratica la Sua parola, sia quando tutto va bene, ma soprattutto quando le cose vanno male.

Ecco un dono che noi possiamo fare al nostro prossimo e al Signore: il dono del perdono per i torti subiti o che riteniamo di aver subito. Non per condonare comportamenti che, seppur perdonati, restano sbagliati, ma per trovare noi stessi la pace nel perdono offerto dal sacrificio espiatorio del Salvatore Gesù Cristo.

 

Per leggere l’intero discorso del presidente James E. Faust, clicca qui.

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