Comunicato stampa

Capi della comunità ebraica accolgono dirigenti mormoni di alto livello a New York City

Lo scorso ottore c’è stato un piccolo incontro tra dirigenti ebraici e quelli mormoni, evento che un dignitario della comunità ebraica ha definito come “l’inizio di una bellissima amicizia” tra le due fedi.

Il rapporto di amicizia ha continuato a rafforzarsi mercoledì sera a New York City.

Il console generale d’Israele a New York, Dani Dayan e il Consiglio dei Rabbini di New York hanno organizzato un ricevimento al quale hanno partecipato più di 60 persone, come parte di una serie di incontri tutt’ora in corso il cui scopo è instaurare rapporti tra i santi degli ultimi giorni e gli ebrei.

 

“I legami tra la comunità ebraica e la comunità mormone sono profondi ed evidenziati da molti dei nostri valori, delle nostre tradizioni e delle cose abbiamo a cuore” ha detto Dayan al gruppo. “Non vedo l’ora che tra noi si sviluppino relazioni ancora più profonde. Lo Utah non è nella mia giurisdizione, ma farò tutto ciò che posso per assicurarmi che questo legame continui a svilupparsi nella zona di cui sono responsabile”.

Tra i rappresentanti della Chiesa presenti c’erano l’anziano Quentin L. Cook del Quorum dei Dodici Apostoli, assieme a sua moglie Mary, l’anziano Gerrit W. Gong della Presidenza dei Settanta, il vescovo Bishop Dean M. Davies del Vescovato Presiedente e sua moglie, Darla.

L’anziano Cook ha detto che tra ebrei e mormoni c’è una stretta relazione in parte “perché la teologia mormone è collegata a quella ebraica in modo notevole”. Dopodiché l’anziano ha parlato con gratitudine dell’opportunità avuta, assieme ad altri presenti mercoledì sera, di partecipare a un evento tenutosi nell’ottobre 2016 per celebrare il 175° anniversario del viaggio compiuto a Gerusalemme da uno dei primi apostoli mormoni. L’anziano Cook ha aggiunto che lo scorso ottobre l’obiettivo non era solo quello di celebrare tale annivarsario, ma anche di promuovere il germogliare di quest’amicizia e il desiderio comune di partecipare a futuri progetti umanitari.

L’anziano Cook ha detto: “Questo legame ci sta a cuore. Pensiamo che possano succedere molte cose [lavorando assieme]”.

Citando quanto detto lo scorso ottobre da Robert Abrams, che ha servito quale procuratore generale per la Stato di New York per quattro mandati, l’anziano Cook ha affermato che possono succedere cose buone perché i mormoni e gli ebrei sono simili sotto molti aspetti importanti.

“Entrambi pongono un’attenzione fondamentale sulla famiglia. Entrambi attribuiscono un enorme valore all’istruzione. Entrambi si impegnano grandemente nelle iniziative benefiche. Entrambi dimostrano di avere a cuore l’impegno umanitario e di essere pronti a intervenire quando catastrofi internazionali come terremoti, uragani e tsunami si verificano nel mondo. Entrambi hanno una storia di successo, abilità, duro lavoro e determinazione sporporzionati ed entrambi sono stati soggetti a persecuzioni e a pregiudizi terribili”.

Un altro capo della comunità ebraica presente sia mercoledì che lo scorso ottobre era il rabbino Joseph Potasnik, vice presidente esecutivo del Consiglio dei Rabbini di New York, il quale ha parlato con affetto dei santi degli ultimi giorni, definendoli un popolo che ha il dono di sapersi prendere cura dei poveri e che ha la capacità di “cercare attentamente opportunità per fare di più”.

Il rabbino Potasnik ha aggiunto: “Questa sera siamo qui riuniti con spirito di collegialità e cameratismo, ma non facciamo che sia l’ultima volta. Abbiamo amici meravigliosi all’interno della comunità mormone e anche tra altre denominazioni. Penso che a volte non riconosciamo quanto siano profonde tali amicizie. Insieme faremo ancora di più”.

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