Tanto lunga è la storia umana e tanto è densa di eventi che ogni giorno del calendario si presta a commemorare importanti avvenimenti del passato. Noi vogliamo, oggi, ricordare tra i tanti 7 marzo della storia quello del 321 d.C. Quel giorno, tra le altre disposizioni inserite in quello che è conosciuto come l’Editto di Milano, l’imperatore Costantino promulgò una legge per invitare i magistrati e i cittadini a osservare il “venerabile giorno del sole”, cioè la domenica, al posto del sabato. Quel riconoscimento del diritto concesso ai cristiani di professare la propria fede segnò la storia.
La scansione del tempo realizzatasi in seguito a ciò è stata una delle rivoluzioni sociali e religiose più radicali e durature, che ha riguardato tutta la storia posteriore con il riconoscimento della domenica come giorno festivo. Un giorno di cui, credenti o non credenti, hanno beneficiato per secoli non solo per riposarsi dalle fatiche del lavoro, ma soprattutto per dedicarsi a quanto di più prezioso ognuno vedeva nella propria vita: il proprio rapporto con Dio e/o con la natura, la famiglia stretta e allargata, gli amici, gli hobby o altre attività preferite.
Non è ancora troppo tardi per renderci tutti conto che il prezzo pagato per avere un giorno in più nel quale fare gli acquisti nei negozi o nei centri commerciali non valeva beni più preziosi e insostituibili come il tempo per stare con i nostri simili e, perché no, con il nostro Creatore. In effetti, il cartello “aperto la domenica” ben visibile sulle vetrine di tante attività commerciali potrebbe corrispondere a un analogo cartello “chiuso tutti i giorni”, meno evidente ma non meno reale, sulle porte delle nostre case.